Archivi per la categoria ‘Le Energie Sottili’
Nel Judo cosiddetto “tradizionale” o “educativo” – termini in genere usati per distinguerlo dal Judo inteso puramente come uno Sport Olimpico– si è giocoforza costretti ad imbattersi nel concetto di “ki”, se non altro perché c’è un Kata fondamentale, il Kime-no-kata (forme della decisione) che ce l’ha come oggetto di studio! Nel mondo delle arti marziali si parla infatti molto spesso di “energia interiore”, ma di cosa si tratta esattamente?
Il termine giapponese 氣 Ki – che è presente nella parola “Aikido” – è l’equivalente del cinese “Chi” o “Qi” e del coreano “Ci” e nella cultura indiana ha il suo equivalente nel termine “Prana”. L’ideogramma rappresenta il vapore che sale dal riso in cottura, per raffigurarne l’energia vitale, ed è proprio questo il suo significato, considerando anche l’enorme importanza che il riso aveva nell’alimentazione giapponese, ma non solo nel senso di “energia del riso” bensì di “energia o essenza vitale” in senso lato, cioè ciò che sostiene ogni forma di vita nell’universo, secondo la tradizione orientale, ma non solo.
Il concetto di “Ki” è plurivalente, in quanto lo si può applicare all’energia vitale in senso lato, presente ovunque nell’universo, quindi al di fuori di noi, quanto all’energia propria dell’individuo, che si manifesta nelle sue diverse dimensioni: sia come energia che scorre a livello fisiologico nel sistema energetico (attraverso i “meridiani” cinesi o le “nadi” indiane) per nutrire e attivare le cellule e l’intero organismo, sia come energia psichica che si manifesta nelle nostre emozioni, che come energia mentale che rende possibile la manifestazione della volontà.
Oggigiorno si parla di “energia sottile” con cui ci si riferisce proprio a quella medesima realtà denominata con i termini di “Chi”, “Ki” , “Prana” o anche “Orgone”, “Campo Bioplasmico”, ecc.
Il nostro corpo fisico è infatti reso vivo e vitale da una struttura energetica, invisibile ma reale, costituito appunto da energia sottile. Questa struttura, che possiamo chiamare “corpo energetico”, è la “mente” e la memoria che guida il corpo fisico, i suoi organi e i suoi sistemi. Il corpo energetico è anche la guida degli stati di coscienza, delle emozioni, dei pensieri e della creatività. Quando esso è sano e carico di energia sottile, noi siamo sani e pieni di benessere. Quando è scarico o congestionato, prima o poi compaiono sintomi sgradevoli, malesseri ed infine malattie.
Per quanto riguarda l’anatomia energetica dell’Uomo, è di dominio comune l’idea che il punto di vista indiano e cinese costituiscano due modelli ben distinti. Anche se questo è in parte vero, trattandosi di due civiltà con storia e cultura assai diverse, non è proprio vero che in India si parli solo di Chakra mentre in Cina di Meridiani e Ago punti… Da un’analisi anche superficiale, ci si può rendere conto che i due punti di vista sono in realtà assai più convergenti di quanto non appaia. Anche nella tradizione indù si considerano, per esempio, i canali di scorrimento dell’energia chiamati Nadi, analoghi ai Meridiani cinesi, così come in Cina si considerano alcuni centri energetici fondamentali, che corrispondono sostanzialmente ai Chakra indiani.
Quando nel Judo ci s’imbatte nel concetto di “ki” è bene quindi essere consapevoli che si tratta di qualcosa di molto più ampio e complesso del manifestare più decisione o avere genericamente più energia… In questo senso il Judo può costituire, come è accaduto in passato per molti, una porta d’accesso ad una realtà più vasta.
Sul mio diploma di 4° dan del Bu-sen di Milano c’è scritto:
“Praticare Judo per comprendere”
Ma comprendere che cosa?
Ovviamente non ci si riferisce al come eseguire al meglio una tecnica o formalmente un Kata, cose queste sempre perfezionabili ma che rientrano nella normale attività dell’allenamento. Ci si riferisce al fatto che il Judo dovrebbe essere una “Via” (DO in giapponese e TAO in cinese) e come tale costituire un percorso, un cammino, ma verso dove?
L’ideogramma DO, dopo l’utilizzo che ne fece Jigoro Kano, venne utilizzato nell’Aikido e in tanti altri contesti, sia inerenti al combattimento che completamente diversi, come la cerimonia del The (Chado) o la calligrafia (Shodo), per indicare che quasi ogni attività umana può essere intesa e vissuta come mezzo d’elevazione spirituale.
Ma questo ideogramma, come accennato prima, è lo stesso che in cinese si legge TAO (o DAO) e costituisce l’essenza del cosiddetto Taoismo. In quest’ottica esso assume una valenza più ampia, indicando l’unità primigenia in cui gli opposti, Yin e Yang, sono ancora in equilibrio fra loro, prima della manifestazione duale che costituisce la realtà che tutti percepiamo ed in cui viviamo.
Il TAO (DO) rappresenta sia la matrice nascosta del Mondo, la primigenia “unità” a cui tutte le tradizioni fanno bene o male riferimento (il termine Yoga significa appunto “unione con la realtà ultima”), che la Via che dovrebbe percorrere l’Uomo per ritrovare questa unità perduta.
Da questa idea sono nati, e nascono tutt’ora, infiniti percorsi di conoscenza ed elevazione spirituale, da quelli più hard, come l’ascetismo indiano, a quelli più equilibrati, come l’approccio taoista, ciascuno con le proprie peculiarità e il proprio “tracciato”. E’ il mito della Montagna Sacra: ci sono infiniti sentieri che partendo dalla pianura s’avventurano nell’ignoto dell’immensa montagna. Forse nessuno porterà alla cima, al cospetto della divinità, ma tutti invitano ad andare, a staccarsi dalla comoda routine quotidiana, alla scoperta di qualcosa d’indefinito che risuona nel nostro intimo ed invita a mettersi in cammino.
Ogni sentiero però porta inevitabilmente a confrontarsi con la nostra natura, che è complessa e multidimensionale, ed uno dei primi aspetti in cui ci s’imbatte, semplicemente perché fa parte della nostra quotidianità anche se non ce ne rendiamo conto, è la realtà dell’energia vitale, delle cosiddette “energie sottili”. Con questo termine viene oggi indicato ciò che già conosciamo con i termini orientali di Prana, Chi o Qi, Ki e quelli occidentali di Orgone, Bio-fotoni, Campo Bioplasmico, ecc.
Ecco quindi una prima cosa da dover comprendere!
Quarant’anni fa su questo argomento si sapeva concretamente assai poco e l’argomento era avvolto o nei miti orientali o nella superstizione di casa nostra: l’agopuntura era una pratica quasi magica e la pranoterapia era riservata a quei pochi “eletti del Signore” che avevano tale dono!. Oggi le cose sono cambiate moltissimo e ormai si parla correntemente di “riequilibrio energetico” attuabile con diverse tecniche e metodologie anche molto diverse fra loro.
Un attore di primo piano in questa ricerca e divulgazione è stato il Dott. Roberto Zamperini, fondatore del CRESS (Centro Ricerche Energie e Sistemi Sottili) e ideatore della TEV (Tecnica Energo-Vibrazionale) che interpreta in un’ottica moderna e innovativa le antiche conoscenze sul campo energetico umano e sulle energie sottili in generale.
A prima vista potrebbe sembrare che le visioni cinese ed indiana per quanto riguarda la struttura del cosiddetto “Corpo Energetico” umano non siano sovrapponibili: in Cina si parla di Meridiani Energetici e di ago-punti, mentre in India si parla di Chakra. Questo però è vero solo superficialmente perché ad una analisi più approfondita vediamo che anche la visione indiana prevede percorsi di scorrimento dell’energia (Nadi) concettualmente analoghi ai Meridiani cinesi, mentre anche la visione cinese considera centri energetici importanti a cui fare riferimento.
Secondo i cinesi il “corpo energetico” umano ha 3 grandi “centri” principali. Si parla infatti dei 3 Dan Tien, che a livello fisico si manifestano in tre grandi “cavità” o “sfere”, la comunicazione fra le quali avviene mediante la colonna vertebrale, ciascuno con un fronte anteriore ed uno posteriore.
Queste 3 “sfere” risultano essere sovrapposte, andando così a formare 7 centri energetici, che corrispondono esattamente con i 7 Chakra della tradizione indiana:
– il loro centro, cioè i 3 Dan Tien propriamente detti,
– i 2 punti di contatto fra le sfere,
– le estremità della sfera superiore e della sfera inferiore
La Cavità/Sfera Craniale (Dan Tien superiore) è correlata con la consapevolezza e la trascendenza; il suo centro corrisponde al Chakra Ajna e al Chakra posteriore della Nuca.
La Cavità/Sfera Toracica (Dan Tien mediano) è correlata alla relazione con il mondo; il suo centro corrisponde al Cuore/Chakra Cardiaco Anteriore e Posteriore.
La Cavità/Sfera Pelvica (Dan Tien inferiore) è correlata con la sopravvivenza fisica e la riproduzione; il suo centro è sotto l’ombelico (il Dan Tien più noto, corrispondente all’Hara giapponese). Posteriormente corrisponde al Chakra Basale. Nella Cavità Pelvica trovano posto anche il chakra sessuale e il Ming Men, situato all’all’altezza delle reni.
Il punto di contatto della Sfera Toracica con la Sfera Craniale corrisponde al Chakra della Gola/Cervicale.
Il punto di contatto con la Sfera pelvica corrisponde al Chakra Solare Anteriore/Posteriore. I due punti estremi della Sfera Craniale e di quella Pelvica corrispondono al Chakra Coronale ed al Chakra Perineale.
Per dare una visione più completa del sistema energetico umano prendo a prestito lo schema utilizzato nella TEV (Tecnica Energo-Vibrazionale) in quanto più dettagliata e frutto di riscontri operativi concreti.
http://www.iconicon.it/blog/2014/07/le-proprieta-olografiche-della-realta/
Ecco un articolo che riguarda quanto in quest’epoca si sta affacciando alla ribalta della comunità scientifica.
È uno scritto propedeutico di Camillo Urbani, fisico e didatta, dotato di rara capacità di rendere maggiormente comprensibili ed accettabili ai più cognizioni che cambiano il concetto stesso di realtà in cui viviamo.
Prenderne atto ed integrarle nella nostra esperienza di vita può essere difficoltoso per alcuni, ma una volta riusciti la nostra vita comincerà a diventare certamente più interessante…
Ma non perché ce lo dice Hollywood con un film, ma perché è giunto il momento di farne esperienza diretta.
Jervé
Proprietà olografiche
Riassumendo, il modello Matrix teorizza che ci sia una sorta di enorme computer che genera dei file, questi portano poi allo schermo le istruzioni ricevute, facendo accendere i pixel che formano le figure percepite da noi come unica realtà.
Qual è il modello che ci può dire come sia fatto questo file?
Propongo questa versione matematica:
Ogni oggetto ha un file che lo determina formato da una seria finita di addendi.
File (oggetto)= O1+ O2 + O3 + O4 + O5 + O6 …+ On
Ogni addendo della serie è un frattale olografico. Quindi eliminando uno o più termini la rappresentazione dell’oggetto sarà sempre totale, ma le sue proprietà diminuiranno, proprio come capita con gli ologrammi in cui se la diapositiva olografica verrà privata di una sua parte continuerà a rappresentare l’oggetto iniziale ma più sbiadito. Ogni volta che si elimina un addendo della serie si perde un proprietà dell’oggetto.
I numero di addendi può essere altissimo, ma sempre finito.
Sia “n” il numero massimo di termini della serie sarà sempre possibile aggiungere un nuovo termine “n+1”. Sotto questo aspetto la serie ha potenzialmente infiniti termini.
Ogni termine è una funzione frattale che può ingrandirsi e rimpicciolirsi, quindi i termini acquistano importanza differente (pesata) a seconda se si ingrandiscono o rimpiccioliscono.
Le proprietà di base sono codificate dal “computer centrale” (Dio?) in modo da stabilire una realtà stabile con caratteristiche definite e accordate. In tal modo si creano delle regole precise di accordo e il gioco che noi chiamiamo realtà acquista una validità oggettiva per tutti i giocatori che abitano lo schermo. Questo crea un grande vantaggio educativo in quanto attraverso l’osservazione e le varie connessioni gli abitanti di quella realtà svilupperanno sia la deduzione logica che l’aspetto creativo artistico insomma creeranno una coscienza percettiva evoluta e consapevole.
E’ di fondamentale importanza che per un ampio lasso di tempo, queste proprietà degli oggetti primari creati dal computer centrale rimangano stabili, quindi non siano alterabili dagli utenti che stanno sullo schermo e che devono crescere in consapevolezza senza “cambiare le carte in tavola”.
Esisterà quindi un insieme di meccanismi che blocca la possibilità di modificare intrinsecamente la materia. Questo insieme di meccanismi al momento opportuno verrà tolto, e verrà lasciato campo libero alle consapevolezze di entrare nel computer come programmatori. Questo deve essere fatto gradualmente, va da sé che questa libertà è estremamente pericolosa. A fronte di molti individui evoluti e altruistici che si dedicheranno al bene comune, esiste la controparte opposta egocentrica che cercherà di sfruttare la cosa per sottomettere gli altri al proprio volere.
La presa di coscienza di questo meccanismo da parte della maggioranza dell’umanità viene definita “Apertura del grande portale”. Questa nuova consapevolezza rimette in gioco il grande quesito: “Chi ha programmato il computer centrale in modo da creare questa realtà?”
La nuova conoscenza si mescolerà necessariamente con l’aspetto religioso, dopo l’apertura del “grande portale” la distinzione tra scienza e religione andrà riducendosi progressivamente.
Il modello della serie di frattali olografici ci permette di prevedere varie possibilità e ci chiarisce vari fenomeni che si possono realizzare una volta entrati in possesso della capacità di aggiungere la nostra programmazione a quella del computer centrale.
· 1°- Possiamo aggiungere proprietà non appartenenti intrinsecamente a quel tipo di materia. Per esempio possiamo aggiungere un nuovo termine al file (legno) facendolo diventare magnetico, o conduttivo.. Possiamo far diventare solido a temperatura ambiente il gas metano ecc.
· Possiamo far si che l’elemento acqua contenga il termine ubriacatura, o qualsiasi altra proprietà. Questo già viene fatto dall’omeopatia, però va detto che non avendo capito ancora a fondo i meccanismi non sempre i principi omeopatici hanno le stesse proprietà. La storia dell’acqua utilizzata, ma soprattutto l’essere umano che esegue il processo assumono importanza fondamentale e introducono rendimenti variabili.
· 2°- Possiamo togliere o diminuire delle proprietà intrinseche dell’oggetto. Per esempio il rame potrebbe diventare un isolante elettrico se gli togliamo la proprietà di conduzione. Questo si riallaccia alla problematica dello squilibrio degli oggetti a cui rubiamo proprietà elettriche con il sistema del disgregatore di Tesla. La massa di un accumulatore usato come fonte energetica nel disgregatore Tesla verrà privata di una sua parte elettrica, un uomo nelle vicinanze subirà un tentativo di furto della sua parte elettrica da parte della massa dell’accumulatore che sta cercando di riequilibrarsi. A sua volta il corpo l’uomo destabilizzato cercherà di riappropriarsi del mal tolto e quando si avvicinerà ad apparecchiature elettriche queste subiranno delle alterazioni.
· 3°- Possiamo creare nuovi materiali con caratteristiche mai viste: superconduttività, assorbimento totale dell’intero spettro elettromagnetico, durezze incredibili ecc.
Effetto hacker che entra in un programma
Il modello Matrix ci permette di estendere la comprensione a come entrare nei file di un oggetto per modificarlo.
L’hacker è un individuo che è in grado di collegarsi ad un computer esterno, entrare in un file e modificarlo. Questo procedimento è possibile farlo anche negli oggetti della nostra realtà.
Qualche anno dopo la mia laurea in fisica all’età di 28 anni ebbi modo di verificare personalmente questo fatto, quello che vidi fu così destabilizzante che tutta la mia vita successiva rimase sconvolta e determinata da quelle lunghe ma precise verifiche.
Ne parlo dettagliatamente qui http://didatticacomputer.it/index.php?option=com_remository&Itemid=0&func=select&id=6
Un individuo dotato di un surplus energetico orgonico, si sintonizzava su una carta da gioco e la faceva cambiare o spostare o sparire o altro ancora.
Da subito verificai che nella prima fase del fenomeno egli doveva percepire profondamente la carta da gioco tanto da indovinarla, poi creava le modifiche.
Per molti anni continuai a chiedermi in che cosa consisteva questa specie di sintonizzazione, ora 40 anni dopo, sono dell’avviso che la regola sia questa:
Sintonizzandosi anche su un solo elemento della serie si può entrare in collegamento con tutta la serie se le energie orgoniche e le capacità vibrazionali dell’operatore sono adeguate.
La sintonizzazione su un elemento della serie potrebbe essere data dalla capacità di creare entro di noi l’immagine esatta dell’oggetto. Questa ci permette un aggancio vibrazionale l’intero file. Ovviamente non basta la visualizzazione perfetta, occorre che il soggetto sia in grado di modificare l’energia orgonica con cui è fatto il file. Questo tipo di capacità è in genere descritta come “magnetismo biologico”. Ci sono individui che la possiedono in grande misura, altri invece sono molto bassi.
Quando il personaggio superdotato non riusciva ad indovinare la carta da gioco, si aiutava toccandola, chiaramente era un soggetto che coglieva attraverso il contatto delle ulteriori caratteristiche che gli permettevano la sincronizzazione che precedeva la successiva manipolazione fatta con la sola mente.
Questo fenomeno ricorda quello che accade con il corpo umano, basta una piccolissima parte, per capire il DNA di tutto il corpo.
Questo principio implica che ci sia una grande fluidità nel soggetto percepente, egli deve essere in grado di cambiare il suo stato vibrazionale così come si fa con la sintonizzazione delle radio.
Da quello che ho visto il “vuoto mentale” è una condizione necessaria ma non sufficiente.
Gli sciamani chiamano questa sincronizzazione con il termine di “vedere l’oggetto nella sua essenza”. Essi dicono che tutto ciò che esiste si oppone ad essere visto per ciò che è, in base ad un principio di autoconservazione, e come se un computer non volesse rivelare la password all’Hacker.
Gli sciamani imparano a contemplare a lungo un oggetto per giorni se necessario, finché non ne percepiscono l’essenza. Solo allora potranno interagire attraverso l’accumulo di energia orgonica e l’uso di una forte volontà. Quando hanno imparato a dominare la cosa essi dicono che hanno capito “l’intento”. Per esempio si dice che lo sciamano Silvio Manuel (vedi Carlos Castaneda: Il dono dell’aquila) fosse padrone dell’intento di ogni cosa e quindi poteva far materializzare o modificare ogni cosa.
Avendo visto personalmente queste cose, non ho dubbi sulla similitudine del modello, tuttavia sono perfettamente consapevole che l’eventuale scienziato convinto che la materia “esista intrinsecamente”, scienziato condizionato dal metodo scientifico della verifica, non possa che sorridere ironicamente di fronte a tal affermazioni così “fuori”.
Ad ognuno il proprio vissuto!
Riprendendo il discorso della sintonizzazione, c’è una cosa che vale la pena precisare perché può venir utile. Se immaginiamo il file scritto con il linguaggio binario avremmo un lunghissimo numero binario con tanti “1 ” e tanti “0″. Ebbene la sommatoria degli 1 non è in genere uguale alla sommatoria degli 0, se noi creiamo un file con le stesse % di 1 e di 0 avremo una discreta probabilità di entrare in risonanza con il file dell’oggetto. Questo accade perché dal punto di vista ondulatorio il file è scomponibile una serie formata da una somma di onde.
Questo metodo che permetterebbe di entrare in risonanza con il file dell’oggetto è molto approssimativo, va bene per disgregare o riaggregare una materia, ma appena si opera su qualcosa di più sofisticato non si ottiene la necessaria stabilità. Manca la regolazione fine, essa può essere realizzata solo dall’aspetto mentale di individui superdotati.
Pier Luigi Ighina aveva costruito macchinari che misuravano la percentuale di quella che lui chiamava “energia solare” e della controparte “energia terrestre” inerente al file di un oggetto, se per esempio questo era un melo, avendo energia orgonica e proiettandola su un pero con le stesse percentuali, il pero aveva la tendenza a divenire melo.
Lo stesso principio viene sfruttato dal “raggio disgregatore” portato alle cronache da Franco Cappiello, in grado di disgregare 35 cm3 di ferro in una frazione di secondo usando l’energia di una batteria da 12 Volt.
Tutte queste macchine hanno però la caratteristica di essere legate all’operatore in modo più o meno forte. Non sono in genere ripetibili ne utilizzabili industrialmente, però servono a dare testimonianza della teoria esposta.
L’imprinting – precisazioni
Mentre la parte precedentemente era basata su esperienze personali e quindi ha alte probabilità di avere una buona validità, le considerazioni che seguono sono molto più aleatorie, quindi potrebbero essere deduzioni ricavate da troppo pochi elementi.
Quando noi, quali novelli Hacker, riusciamo ad entrare in contatto con un file di un materiale possiamo fare varie cose come già detto.
Una possibilità è data dalla sovramodulazione, cioè se noi creiamo un’onda molto grande di modulazione essa andrà a interagire con il file dell’oggetto facendo prevalere certe caratteristiche, proprio come la vicinanza di una forte emittente radio può entrare in un giradischi o altri apparati non precipuamente preposti alla ricezione via radio.
Una potente sovramodulazione potrebbe alterare le qualità di una certa materia, ma solo momentaneamente.
Volendo cambiare intrinsecamente le caratteristiche di una data materia, dovremmo imparare a “formattare” parte dei termini della serie e riscrivere nel programma le proprietà che desideriamo introdurre.
Forse, quando noi rubiamo energia orgonica da un materiale sarebbe bene che riuscissimo a riequilibrarla il più possibile, così ci creerà pochi problemi.
L’ideale è equilibrare tutto in partenza al momento del “furto”. Per esempio se rubiamo una qualità sarebbe opportuno rubare anche l’opposto nella stessa misura.
Al nostro attuale stato di conoscenza tutto ciò è fuori portata, quindi molto probabilmente tutte le eventuali macchine orgoniche industrializzabili finirebbero per essere instabili e pericolose.
Solo individui superdotati possono operare con queste cose prudentemente e in proporzione alle loro abilità.
Che fare dunque? Questa nuova scienza ci è preclusa?
Essendo ormai giunta l’epoca della rivelazione con la prossima apertura del “Grande Portale” ci vengono messe a disposizione nuove tecniche per ottenere energie orgoniche sufficientemente equilibrate.
Negli ultimi anni è comparso sulla scena un individuo “strano”, ingegnere nucleare alternativo iraniano di nome Keshe.
Dai suoi libri io deduco che egli propone un metodo alternativo che permette di ottenere energia orgonica in grande quantità ed in modo equilibrato. Keshe descrive un metodo che disgrega dolcemente piccolissime quantità di materia totalmente. Tutta la piccola quantità di materia viene decomposta al suo stato originale cioè il file con cui il grande computer l’aveva creata, il file viene azzerato in una sorta di formattazione perfetta e tutta l’enorme “memoria” presente nel computer di base inerente a quel particolare materiale viene messa a disposizione in modo pulito e stabile. E’ come se nell’Hard disk del computer centrale ci fosse concesso uno spazio libero di memoria dove possiamo scrivere ciò che vogliamo, a seconda delle nostre abilità.
Ci vien data la possibilità quindi di diventare i dei creatori di materia sostituendo vecchia materia già creata con una nuova.
Il metodo si basa sul principio che le particelle elementari in stato di alto vuoto si allargano, cosicché i campi che li formano si espandono similmente ad un gas. Il risultato è che diventano molto più “molli” e disgregabili. Ora con una adeguata rotazione e in particolari situazioni le particelle sfregando l’una con le altre si comportano come due diamanti che pur durissimi sfregando l’un l’altro finiscono con lo sbriciolarsi.
Nella prima fase delle sue scoperte Keshe faceva ruotare i gas con una piccola elica magnetica che ruotava internamente ad una sfera rarefatta. Poi si è accorto che era più semplice far ruotare la sfera di contenimento.
Sembra che pian pianino una certa quantità di micromateria riesca a disgregarsi, a quel punto si innescherebbe una situazione interessante con un’enorme quantità di energia libera. A questo punto sembrerebbe che si formasse all’interno una sfera energetica che prende vita propria.
Può succedere per esempio che non sia più necessario far ruotare la sfera esterna, all’interno si formerebbe un plasma luminoso vivo che incomincerebbe a gestire un meccanismo di sopravvivenza autonomo. Quando accade non rimane che assecondare il volere del plasma, se per esempio il motore che faceva girare la sfera si spegne non bisogna farlo ripartire forzatamente, pena la distruzione dello stesso.
Il procedimento che porta in essere la vita di una sfera plasmatica richiede un lungo tempo che va da giorni a mesi.
Se più generatori orgonici sono presenti nello stesso ambiente tendono ad agganciarsi in quanto il materiale orgonico che si forma si sincronizza con l’equivalente che si trova in un altro generatore. Il simile si sincronizza con il suo simile.
L’ambiente in cui vari generatori si attivano diviene carico di energie orgoniche e le persone presenti possono diventare degli “attivatori” e realizzare cose ritenute impossibili.
Il campo magnetico del posto si altera e compaiono valori abnormi, ad un certo punto può accadere che comincino a comparire fenomeni antigravitazionali. L’operatore presente deve entrare in sintonia con il macchinario, consapevole che ha una sua vita e che va rispettata. Si deve instaurare un rapporto di reciproco rispetto, in tal caso tutta la situazione volge verso il positivo per il futuro.
Camillo Urbani
Riporto un estratto da un recentissimo scritto del fisico Camillo Urbani, che da tempo segue l’evoluzione delle “nuove energie” che stanno sempre più emergendo qua e là nel mondo. Per chi ha letto i libri di R. Zamperini, in particolare “La Cellula Madre” e “Le energie occulte dell’energia sottile e i 7 Raggi” vi troverà delle insapettate corrispondenze. Dopotutto “Energia Sottile” ed “Etere” sono concetti equivalenti.
ENERGIE
Le due più importanti parole della fisica sono: Forza ed Energia.
La forza è dinamica, legata al cambiamento, infatti questa grandezza fisica cerca di modificare l’ambiente.
L’energia ha un comportamento più statico, quando un corpo acquista o perde energia il suo aspetto cambia di poco.
Per esempio una massa che acquisisce energia potenziale non cambia di aspetto ma è solo la sua posizione a variare.
Anche una massa che acquista energia cinetica non cambia di aspetto ma solo di velocità.
Un condensatore elettrico carico non appare differente da uno scarico. Insomma l’energia che entra ed esce da un oggetto lo fa quasi di nascosto.
La proprietà più importante dell’energia è quella di conservarsi.
Da questo punto di vista la fisica divide le energie in due categorie:
– quelle che si possono trasformare una nell’altra in modo reversibile;
– quelle che non sono in grado di farlo.
Consideriamo una palla di gomma perfettamente elastica che cade dall’alto. Quando la palla è in alto possiede energia potenziale, man mano che scende l’energia potenziale si trasforma in cinetica, quando tocca terra la palla si deforma e l’energia si trasforma in energia elastica, quindi l’energia elastica si trasforma in cinetica e la palla risale acquistando energia potenziale. Se non intervenissero le energie dissipative dovute agli attriti la palla rimbalzerebbe all’infinito.
Le energie dissipative tendono a trasformare qualsiasi energia in calore. Il calore è una forma di energia paragonabile ad un buco nero che ingoia tutte le energie. Il calore non può trasformarsi totalmente nelle altre forme di energia, solo una parte del calore può essere convertita.
Il risultato finale è che il calore totale dell’universo tende ad aumentare.
Ci sono poi altre forme di energie che possiamo definire con il termine di “energie sottili”. Questo termine è molto usato soprattutto nel campo esoterico. Una volta un mio compagno d’università mi chiese se sapevo definire queste misteriose energie di cui tutti parlano, ma che noi non avevamo mai studiato a scuola.
Gli risposi così: “Considera due libri identici fino all’ultimo atomo. Nel primo libro l’inchiostro forma solo un grande macchia nera, nel secondo libro l’inchiostro compone frasi, parole, concetti per esempio potrebbe contenere tutta la teoria per fare una bomba atomica. Ebbene fisicamente e chimicamente i libri sono identici ma non mi dirai che il secondo libro non ha energia! Poiché per definizione l’energia è la capacità di far produrre un cambiamento nell’universo dovrai convenire che possedere l’informazione sulla costruzione della bomba atomica modifica le cose.”
Con l’avvento dei computer ci siamo resi sempre più conto che l’informazione è una forma di energia non grossolana, non visibile, non facilmente comprensibile cioè “un’energia sottile”.
Dalla lettura delle esperienze di Tesla emerge la seguente impostazione teorica.
Esiste un livello di materia formato da particelle più piccole dei Quark.
Le particelle che appartengono a questo livello, sono più piccole del quark per diversi ordini di grandezza. Sotto un certo punto di vista, si può affermare che queste particelle formano quello che è chiamato “etere” la cui esistenza è messa in dubbio dalla fisica classica. Vista la loro dimensione piccolissima, esse sono in grado di penetrare tutta la materia. Così come le particelle più grossolane tipo elettroni, protoni… sono considerate sia onde che particelle, a maggior ragione anche queste possiedono tale dualità.
Queste particelle formano il substrato di tutto questo universo materiale e rappresentano il piano zero, cioè le fondamenta su cui poggia l’intera struttura della materia.
Nikola Tesla dimostra di poter isolare l’etere dal resto della materia e ne studia le caratteristiche. Aggiungiamo a questo la seguente stupefacente dichiarazione di Tesla, riportata nel numero di giugno 1900 del Century Magazine (pagina A145): “Qualunque cosa possa essere l’elettricità, è un dato di fatto che essa si comporta come un fluido incomprimibile e la terra può essere vista come un’immensa riserva di elettricità…”
Considerando che Nikola Tesla è l’inventore del sistema di distribuzione elettrica polifase usato oggi in tutto il mondo, è incredibile che egli affermi di non sapere cosa sia l’elettricità, ma che essa si comporta proprio come un fluido sotto pressione! Questa interpretazione dell’elettricità, naturalmente, è completamente fuori dalla visione accettata. L’affermazione di Tesla che l’elettricità si comporta come un fluido incomprimibile suggerisce la seguente domanda: A quale fluido si sta riferendo?
Potrebbe essere questo uno degli enigmatici riferimenti di Tesla al gas eterico?
Ipotesi
Le leggi inerenti a questo etere potrebbero essere:
1) L’elettricità ha due componenti:
a) un elemento fluido, sottile che fa da supporto;
b) un elemento più grossolano costituito dalle cariche elettriche note.
Un primo paragone potrebbe essere dato dall’immagine di un fiume su cui galleggiano delle sfere che si muovono perché trasportate dalla corrente.
Le pareti degli argini e il letto del fiume sono il filo di rame su cui viaggia l’elettricità.
L’acqua, formata da molecole piccolissime, funge da agente di trasporto e corrisponde all’etere.
Le palle galleggianti sono le cariche elettriche trasportate.
La fisica attuale, considera solo le palle in movimento. Tesla prende in considerazione anche il secondo elemento: l’acqua.
2) Le cariche elettriche sono trasportate dall’etere.
Il movimento della parte eterica precede il movimento delle cariche elettriche più grossolane.
E’ come se gli elettroni della fisica classica non avessero una loro capacità di movimento, ma possano solo essere trasportati. Ecco quindi che si deve creare un flusso eterico, (una corrente d’acqua) che si incarica del loro trasporto.
In fisica noi stabiliamo che una differenza di potenziale applicata ai capi di un filo di rame, spinge le cariche a muoversi da una parte all’altra.
Noi ipotizziamo qui che sia l’etere a ricevere l’ordine di muoversi, non le cariche elettriche; queste vengono pensate come esseri senza gambe che necessitano del trasporto fatto dal flusso eterico.
Sembra una differenza insignificante ma in realtà crea dei fenomeni diversi.
La principale differenza sta nel fatto che se noi riusciamo a creare una corrente eterica senza usare come causa una differenza di potenziale, potremo avere un movimento delle cariche elettriche senza che ci sia una differenza di potenziale a generarlo.
Mi rendo conto che questa sottigliezza non è facile da assimilare. Riprendiamo il paragone del fiume.
In un fiume l’acqua scorre perché c’è un dislivello. Maggiore è il dislivello, più velocemente scorrerà l’acqua. In elettricità il dislivello è chiamato differenza di potenziale, (si misura in Volt). Il dislivello è creato dalla presenza delle cariche elettriche stesse.
Con una visione molto umanizzata, potremmo pensare che alla fine del fiume ci siano tante belle ragazze (elettroni), all’inizio del fiume ci sono tanti bei giovanotti (protoni). Il desiderio di riunirsi crea il movimento. Più alto è il desiderio più alto è il dislivello. In fisica diciamo che aumentando il numero di cariche elettriche, aumentiamo la differenza di potenziale.
Il numero di cariche elettriche sono quindi sia la causa che provoca la pendenza del fiume, sia l’effetto consistente nel numero di cariche trasportate lungo il fiume.
In conclusione poche cariche provocano poco dislivello e poca corrente, tante cariche …
Nella nuova visione si può teorizzare che il movimento del fiume non debba essere necessariamente creato da un dislivello, ma che il fiume venga obbligato a scorrere anche in una pianura, semplicemente perché abbiamo usato una pompa artificiale che crea la corrente.
Non sono più necessarie le cariche elettriche come agente causativo.
D’altro canto una volta innescata la corrente con una pompa, eventuali cariche elettriche presenti nel fiume vengono trasportate. Esse non sono più la causa del loro movimento, bensì sono solo effetto passivo di un’altra causa.
3) Effetto mandria in corsa. Quando si manda corrente ad un circuito elettrico, succede che l’etere, dotato di massa inerziale nettamente inferiore rispetto alle cariche elettriche, parte per primo, si muove più velocemente e sembra quasi vada ad occupare istantaneamente tutto il percorso. Ma non è seguito con la stessa velocità dalle cariche elettriche dotate di massa inerziale di gran lunga maggiore. L’etere allora sembra tornare indietro, proprio come chi ha perso qualcosa per strada e torna sui suoi passi. Se però dietro c’è una grossa quantità di cariche che spingono alle spalle, l’etere non ce la fa a ritornare indietro; ne risulta una compressione di etere nel circuito elettrico che viene irrorato. Questo accade solo per un piccolissimo istante al momento dell’impulso di accensione.
Esiste quindi un tempuscolo X durante il quale nel circuito che riceve l’elettricità c’è più etere di quanto gli spetti. In pratica è come dire che in quel circuito doveva arrivare una quantità 100 di etere e 30 di elettroni; ebbene per un tempuscolo X è presente una quantità 300 di etere e 20 di elettroni. E’ arrivato più etere di quello che serviva. Subito dopo si ripristina l’equilibrio.
Il tempuscolo X in genere è praticamente uguale a zero. Se però c’è una forte spinta da dietro il tempuscolo diventa apprezzabile, perché l’etere in surplus che cerca di tornare indietro per ripristinare l’equilibrio si trova una specie di mandria già lanciata in corsa. In una mandria di bufali in corsa che trova un ostacolo improvviso, gli animali in testa al gruppo non riescono ad arrestare la corsa anche volendolo. Pertanto questo effetto lo chiameremo MANDRIA IN CORSA.
4) Effetto gregge
L’etere libero cerca la compagnia dei suoi simili, e tende ad aggregarsi.
Qui c’è la prima grande differenza con l’elettricità. (Nella fisica quantistica i bosoni si
comportano in modo simile) Se mettiamo 4 cariche elettriche dello stesso segno su un conduttore, esse si dispongono in modo da allontanarsi il più possibile l’una dall’altra.
Se mettiamo 4 cariche “eteriche” dello stesso segno, tendono a riunirsi più che a respingersi.
Più precisamente più sono simili più si attirano. Ricordano un po’ il mercurio che tende a riunire le piccole gocce in una sola più grande. Secondo l’antico detto alchemico “ il simile attira il proprio simile”
5) Conduzione dell’etere
L’etere si può propagare ovunque, potendo penetrare qualsiasi materia. L’etere ha però delle preferenze: ama di più i buoni conduttori, o meglio il materiale che lui attraversa più volentieri è chiamato buon conduttore elettrico.
L’etere preferisce star lontano dal magnetismo; il ferro soprattutto se magnetizzato non risulta per lui un buon conduttore. L’acciaio inox 18/10 è invece gradito in quanto ha perso le proprietà magnetiche.
In particolari circostanze l’etere può muoversi liberamente, non rispettando la geometria euclidea.
6) Aspetto bipolare dell’etere
La materia eterica può suddividersi in una prima classificazione, come composta da due tipi differenti di particelle. Chiameremo le due particelle eteriche “orgone YANG” e “orgone YIN”.
7) Effetto arcobaleno
L’etere è formato da particelle aventi una vasta gamma di frequenze vibratorie.
Le vibrazioni più basse appartengono ad un etere con comportamenti più vicini alla fisica
classica. L’etere formato da particelle con vibrazioni più elevate, presenta un aspetto più
marcatamente ondulatorio, ma soprattutto risente maggiormente “dell’imprinting psichico.”
8) Effetto imprinting omeopatico
L’etere libero può ricevere istruzioni, comandi, qualità.
Se l’etere attraversa un oggetto materiale, tende ad acquistarne le qualità!
Come accade quando della luce bianca diviene azzurra se attraversa un vetro azzurro, così è per l’etere.
Ricorda molto una cellula staminale che riceve un imprinting ed è sollecitata a realizzare
qualcosa di ben preciso.
L’imprinting è in relazione con la frequenza di vibrazione.
L’imprinting può venire da una forma, da un colore, da un suono, da un campo elettrico…
ma soprattutto dall’intenzione, stati d’animo, emozioni di un essere vivente.
Due sono gli imprinting fondamentali: Il Sole genera particelle che ne trasportano le qualità: ho chiamato tali particelle “orgoni YANG”.
La Terra assorbe e riemette le particelle ricevute che ne trasportano le qualità; ho chiamato queste particelle “orgoni YIN.”
Tratto da:
QEG Quantum Energy Generator – Introduzione alla teoria di base
di CAMILLO URBANI
1. Premessa
Mi imbattei in Todeschini poco più che ventenne attraverso il suo ultimo libro “Psicobiofisica: scienza unitaria del creato” Ed. MEB. Mi colpì molto anche se richiese un certo impegno nel leggerlo tutto, dissertazioni di fisica e dimostrazioni matematiche comprese… Allora non si parlava ancora di “universo olografico”, “universo elettrico” e cose del genere – almeno non a livello di grande pubblico – internet non esisteva, l’ipotesi delle “onde di torsione” era al di là della cortina di ferro e “The Divine Cosmos” di D. WilcocK era ancora nel mondo delle idee…
Proprio alla luce di queste teorie messe di recente in circolazione e riprese da molti ricercatori (vedere anche su questo Forum), ho ripreso in mano questo vecchio libro che, almeno mi sembrava di ricordare, anticipasse alcuni di queste tematiche, anche perché di recente ho notato che c’è stato un risveglio d’interesse, almeno editoriale, verso gli studi di Todeschini (Macro Edizioni ha pubblicato “Marco Todeschini – Spaziodinamica e Psicobiofisica” di M. Teodorani).
Noi percepiamo la realtà esterna tramite i nostri sensi ed è proprio sulla base dei segnali che tramite essi vengono trasmessi al cervello che ci formiamo un’immagine mentale di quello che ci circonda. Ci sono però percezioni, a volte sporadiche a volte ricorrenti, che esulano dall’ordinario livello percettivo: sono di vario tipo e natura e vengono grossolanamente definite come “extra-sensoriali”.
Se non ci facciamo suggestionare dall’idea che si tratti di qualcosa di magico, quindi irreale o irraggiungibile, ci renderemo conto che tali percezioni le abbiamo tutti, anche abbastanza comunemente, ma che il più delle volte le soffochiamo negandone l’esistenza o l’importanza. La dimensione extra-sensoriale più facilmente raggiungibile è quella delle cosiddette “energie sottili”, così chiamate in contrapposizione alle altre forme d’energia comunemente note (elettricità, radioattività, calore, elettro-magnetismo, ecc.), denominate “energie dense”. Leggi il resto di questo articolo »
Siamo immersi in un universo energetico che ci permea e con il quale siamo in un continuo interscambio d’energie di ogni tipo. A questo proposito sarebbe forse più appropriato parlare di un “multiverso” in quanto non c’è un’unica sfuggente “energia vitale”, come si sarebbe spinti a credere di primo acchito, bensì un sistema complesso di energie sottili di diverso ordine e grado che operano su più livelli o dimensioni contemporaneamente. Leggi il resto di questo articolo »
Le energie sottili non sono un’esclusiva degli esseri viventi ma una controparte per così dire “occulta” di tutto ciò che ci circonda: oggetti, minerali, gas, alimenti, bevande, manifestazioni energetiche, ecc.
Ci sono però energie “sporche” dannose per gli organismi viventi ed energie “pulite” e benefiche. La prima cosa da apprendere è come riconoscerle! Leggi il resto di questo articolo »
Il trasmettere l’energia ad altri era la base di numerosissime pratiche di guarigione sviluppatesi in tutto il mondo fin dai tempi più remoti.
In Occidente, dopo secoli di oscurantismo, solo nell’800 si cominciò a parlare di Prano-terapia, sull’onda delle prime conoscenze della cultura indiana, in particolare nei circoli teosofici e in quelli di ricerca metapsichica. Leggi il resto di questo articolo »
Percepire direttamente le energie sottili è il primo passo che ci porta ad affacciarci in un universo più vasto, a volte misterioso ed inquietante, ma enormemente affascinante… per scoprire in noi stessi i meccanismi della circolazione energetica, all’interno di un’anatomia energetica “sottile” perfettamente integrata con gli organi fisici. Leggi il resto di questo articolo » |